LA STORIA
I primi cenni storici su Sante Marie risalgono al 1187. Altum Sanctae Mariae si trova nel cosiddetto catalogo de Baroni, straordinaria forza militare arruolata dall’imperatore normanno Guglielmo II detto il Buono per una crociata in Terrasanta a Gerusalemme. La seconda testimonianza ci arriva da una bolla di Papa Clemente III del 1188 in cui venivano elencate le chiese marse di giurisdizione vescovile tra cui: Sancti Quirici, Sancti Marcelli, Sanctae Mariae, Sancti Nicolai, Sancti Andreae, Sanctae Justae, Sancti Veri, S. Joannis in Alto (Castro) Sanctae Mariae. Le prime testimonianze riguardo al feudo di Sante Marie ci arrivano dal sopracitato catalogo dove viene elencato il numero di militi da prestare all’imperatore, in base alla consistenza demografica dei vari feudi, e i feudatari dell’epoca. Sante Marie era nelle mani dei figli di Oderisio De Pontibus; Rainaldo signore di Tagliacozzo e Teodino signore di Tremonti. All’indomani della Battaglia di Tagliacozzo, risulta investito come feudatario di Sante Marie, Scanzano e Saluro, Francesco De Pontibus e nel 1279 risulta essere il conte di Albe, Oddo di Toucy.
Dal 1294 al 1497 feudataria di Tagliacozzo e dintorni fu la famiglia degli Orsini a cui seguirono i Colonna quando a Ferdinando II di Napoli successe Federico I di Napoli. I Colonna rimasero al potere fino al 1806 quando il re di Napoli Giuseppe Bonaparte abolì i feudi. Nel periodo della dominazione colonnese, le terre di Sante Marie furono sotto il dominio spagnolo. Nel 1743, quando gli austriaci penetrano nel regno di Napoli, viene registrata la loro presenta anche a Sante Marie. Negli anni a seguire ci fu una carestia (1764) e un enorme siccità (1779). Con l’Editto di Saint Cloud (1804 Napoleone stabilì che le sepolture venissero effettuate fuori dalle mura cittadine) Sante Marie si adeguò cessando di seppellire i propri morti nell’ossario della chiesa di San Nicola e aprendo un nuovo cimitero alle porte del paese, andato successivamente perduto. Con il ritorno dei Borboni nel 1815 cominciarono ad esser migliorate le vie di comunicazione con il Lazio e il resto dell’Abruzzo. La situazione restò tuttavia ancora critica perché agli itinerari che passano per Sante Marie vennero preferiti quelli diretti e provenienti da Avezzano. Nel 1861 Sante Marie si aggrega al Regno d’Italia in seguito ai plebisciti popolari indetti in quello stesso anno nel sud d’Italia.
Nel luglio del 1888 venne inaugurata la tuttora esistente ferrovia Roma-Pescara passante per Sante Marie. Questa fu una delle opere previste dai governi post-unitari per rammodernare il paese. Tra Colli di Monte Bove e Sante Marie venne scavata la galleria di Monte Bove, lunga quasi 6 chilometri. Dopo le operazioni di scavo la quantità di terra e roccia venne utilizzata per costruire il terrapieno su cui passa la ferrovia tra Sante Marie e Poggetello, frazione di Tagliacozzo. Sante Marie destò l’attenzione della nazione quando nel 1861, subito dopo l’Unità d’Italia e nel pieno del brigantaggio postunitario, si trovò a passare per la Valle di Luppa il generale catalano José Borjes, ex alleato del brigante lucano Carmine Crocco. Triste episodio fu quello del bombardamento. Il 20 gennaio del 1944, alle ore 10 circa, 12 caccia-bombardieri americani attaccano il piccolo paese che in quel periodo, per via degli sfollati da Avezzano, contava più di 2000 abitanti. Quando videro i 12 aerei i paesani non si preoccuparono di mettersi al riparo perché più volte era successo che passassero aerei per bombardare le grandi città del nord, ma questa volta fu diverso. Gli abitanti, sgomenti, ebbero a malapena il tempo di ripararsi nelle loro povere case. Le vittime furono 28.
IL MUSEO DEL BRIGANTAGGIO E DELL’UNITA’ D’ITALIA
Il comune di Sante Marie ha da qualche anno posto la sua attenzione sul brigantaggio, fenomeno che ha avuto grande rilievo nel territorio marsicano. L’8 dicembre 1861 infatti, proprio alle porte di Sante Marie, a Casale Mastroddi, venne catturato il brigante Josè Borjes generale catalano mandato in Italia per riportare sul trono Francesco II. Questo episodio storico ha spinto gli amministratori locali a realizzare ed inaugurare nel 2008 la mostra-museo sul Brigantaggio a Palazzo Colelli. Nel corso degli anni si è cercato poi di apliare il discorso arricchendo la collezione iniziale di cimeli e documenti inediti con armi, foto e lettere d’epoca reperite da antiquari e da aste nazionali. Visitando le sale del Museo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia si potranno osservare da vicino tutti gli aspetti del periodo pre e post unitario, attraverso gli abiti dell’epoca, le comunicazioni e gli armamenti. Saranno quindi esposte armi da sparo appartenute ai due eserciti in lotta all’epoca dei fatti, armi bianche, la doppia monetazione dell’Unità d’Italia appartenuta ai Borboni e ai Savoia e infine le divise militari dei tre eserciti protagonisti in quegli anni (Pontificio, Borbonico e Savoia). Per l’esposizione, curata dal direttore scientifico Gianvincenzo Sforza, rappresentante dell’Archivio Sforza di Celano, crescerà nei prossimi cinque anni grazie all’acquisto di nuovi reperti storici, all’apertura di un sito internet grazie al quale sarà possibile visitare virtualmente il Museo, e alla collaborazione con l’Archivio di Stato dell’Aquila e l’Archivio Sforza di Celano. Per info e prenotazioni: riservagrottediluppa@gmail.com; rec. cell. 333.8601069 fax 0863.679722
LA RISERVA NATURALE REGIONALE GROTTE DI LUPPA
La Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa, si estende all’interno del Comune di Sante Marie per una superficie di circa 435 ettari. A nord est il confine segue il tracciato della strada statale Tiburtina Valeria, mentre a sud ovest il confine coincide con quello amministrativo del Comune di Sante Marie, delimitato dai rilievi di Colle Pagliare (1206 m) e Pietra Pizzuta (1264 m). L’inghiottitoio si trova nascosto tra i vari boschi di castagni di Sante Marie. Per raggiungerlo bisogna percorrere la S.S. Tiburtina Valeria direzione Carsoli fino all’entrata della Riserva, segnalata da un’apposita tabella informativa. Entriamo ricordando che ora siamo all’interno di una Riserva Naturale e iniziamo la nostra passeggiata a piedi, seguendo a sinistra il percorso del letto ciottoloso del fiume, che ci accompagnerà fino all’ingresso dell’inghiottitoio, godendoci il verde che ci circonda, i suoni e i profumi della natura. Passeggeremo all’ombra del boschetto costituito da alberi di castagno, faggi aceri e noccioli, che danno casa e riparo a numerose specie di uccelli quali l’upupa, la ghiandaia, la gazza, la poiana, i gheppi, gli allocchi, i merli, le civette, di cui, se faremo silenzio, potremo ascoltare i versi. Proseguiamo nel nostro cammino ed ora si apre ai nostri occhi, il maestoso Inghiottitoio di Luppa, fiore all’occhiello della Riserva e che da sempre suscita un grande fascino nel mondo speleologico. Da qui possiamo visitare la grotta, ma solo accompagnati da una esperta Guida Speleo. Dopo aver visitato la grotta, possiamo ripercorrere il sentiero al contrario e seguendo i cartelli segnalatori, giungiamo a delle piazzole dove poterci rilassare. La Riserva vi offre numerosi punti dove poter sostare per vivere un momento di relax o fare un pic nic, attrezzati con panche, tavoli e punti fuoco. Pannelli didattici idonei illustreranno le caratteristiche morfologiche e vegetazionali dell’area.